Assolutamente Vera

Laboratorio Vera

Laboratorio Vera

Personale “ Disegni e Ritagli di carta in venti cornici” di Vera Villaschi
Esposizione di alcuni disegni e lavori di Vera lungo i corridoi della scuola)

La mostra vuole essere: dimostrazione ed esempio di un' autentica creatività infantile, quella di Vera, presentazione del Laboratorio a lei dedicato, occasione e proposta per riflettere sul "fare" creativo di tutti i bambini.

Laboratorio Vera

I laboratori creativi, condotti dal maestro Giovanni Gregori sono spazi formativi, in aggiunta a quelli curricolari, nei quali promuovere l’esercizio creativo del “fare” dei bambini.

Si utilizzano materiali usuali – carta, forbici, colla, colori..., voglia di FARE, curiosità, ...e le MANI ( intelligenza manuale) per provare, riprovare, cercare, trovare, sperimentare, re-inventare...

I riferimenti metodologici sono rappresentati dai laboratori creativi di Bruno Munari e di Gianni Rodari, che hanno trovato una felice coincidenza con il “fare creativo” di una bambina, Vera Villaschi, le cui esperienze sono raccolte in parte e raccontate nel volume “ I folletti dei fiori” edito dal Centro fumetto “A.Pazienza” di Cremona in collaborazione con le Politiche Educative.

Nell’ottobre del 2006 è stato avviato alla Scuola A.Manzoni di Cremona il primo Laboratorio Creativo, condotto dal Maestro di Immagine Giovanni Gregori che ha voluto intitolare lo stesso alla sua alunna: Vera. Il Laboratorio prevede diversi incontri con i bambini fra i quali la realizzazione di personaggi ed oggetti con la CARTA, la preparazione e l'uso del COLORE, e tanti altri.

Perché il laboratorio Vera

Testimonianza e riflessione del maestro Giovanni Gregori,
conduttore del laboratorio.

Antonio Faeti ha saputo ben rappresentare la singolarità del percorso espressivo di Vera.

Ho conosciuto Vera, l’ho accompagnata anche per un trattobrevedel suo percorso. Di quell’esperienza mi restano molte cose: ricordi, riflessioni…. Qualche considerazione anche sull’operare dei bambini nel campo espressivo e sul ruolo, sugli atteggiamenti, sulle consapevolezze educative degli adulti, siano essi insegnanti o genitori.

E’ possibile per un bambino preservare se stesso e crescere nella propria autonomia espressiva e comunicativa, evitando il rischio di lasciarsi “soffocare” dai condizionamenti del contesto in cui vive e da adulti ansiosi , talvolta, di “finalizzare” in fretta i suoi talenti o preoccupati, più spesso, di dirigere la sua attenzione ed il suo impegno verso prospettive ritenute più “concrete e produttive”?

Il processo di crescita del bambino, al di là delle “vocazioni” e dei talenti naturali , ha bisogno di essere coltivato, sostenuto, alimentato anche da interventi attenti, opportuni e tempestivi degli adulti. L’attenzione, la cura degli adultilibere da giudizi predeterminati o incongrui…e non dirette esclusivamente alla valutazione dei prodottidevono rivolgersi , con atteggiamenti aperti, rispettosi, di accoglienza, soprattutto ai processi messi in opera dai bambini nel loro FARE. L’adulto deve saper offrire stimoli , produrre occasioni, fornire spazi e materiali che consentano al bambini di potersi esprimere – e di poter continuare a farlo, di esercitare e sviluppare le proprie competenze, di poter crescere, salvaguardando e consolidando il proprio stile personale attraverso il suo fare( che nella scuola si arricchisce della vicinanza e dell’intreccio con quello dei compagni).

Vera ha saputo vivere pienamente la sua creatività.

Senza dubbio sostenuta anche da una particolare vocazione, oltre che da una naturale e vivace curiosita’ per tutto quanto le stava e le accadeva intorno. Soprattutto spinta da un'intima urgenza di esprimersi, di raccontare, di comunicare, ... E ancora, animata da una grande voglia di fare, di realizzare, di inventare e re-inventare, di rendere visibili le proprie realtà: quella esterna e quella interiore, quella vissuta e quella sognata… costruendosi allo scopo anche un proprio linguaggio e una propria grammatica.

I suoi lavori ci restituiscono il grado di partecipazione , anche emotiva, di Vera al proprio fare.

Posture, gesti, movimenti,...non resi aridi, inanimati, stucchevoli dalla loro replicazione, vivono invece delle stesse sensazioni (immaginative e reali) , vissute da Vera nella ricerca della giusta corrispondenza con la loro rappresentazione grafica. Sensazioni ed emozioni che, da dentro, affiorano all'esterno, nel corpo, nelle mani che operano, sul viso..... e si fanno SEGNO, DISEGNO, RACCONTO.

...talvolta Vera si alza, si muove, interrompe il proprio lavoro sul foglio e ripete realmente quasi a provare posture, gesti, movimenti, espressioni...

Nei disegni dei bambini nel loro fare aspetto ludico e aspetto grafico spesso convivono felicemente.

Vera ha potuto vivere pienamente la propria creatività.

Grazie alla sensibilità educativa di chi le stava vicino. Che ha saputo darle spazio fisico, psicologico, affettivonel quale autonomamente e liberamente muoversi, operare, sperimentare… Che le ha offerto disponibilità di materiali e di mezzi, che si è preoccupato di nutrire le sue curiosità, di darle ascolto, di condividerne le esperienze e le scoperte, che ha avuto giusta e consapevole considerazione del suo fare...

Un atteggiamento indifferente o poco attento, interventi inadeguati o inopportuni, tendenti a sovrapporsi o a sostituirsi ai suoi passi, non avrebbero favorito la sua crescita. Con il rischio di appassire ogni tensione espressiva autonoma, con progressivi ripiegamenti, fino – forse all’abbandono...

“Il bambino si serve del gioco e del disegno
per appagare i suoi desideri e per difendersi da una realtà altrimenti inaccettabile
S. Ferrari Docente di psicologia dell’arte Università di Bologna

La realtà espressiva come risorsa

Vera si è spenta poco prima di compiere dieci anni. Gli ultimi tre, aggredita dalla malattia che, oltre a strapparla da una normale vita di bambina, dalle consuete relazioni con gli amici, dalla frequenza continuativa della scuola, dalla danza…avrebbe potuto prosciugare in lei anche la voglia di fare, interrompendo così il suo percorso espressivo. Un percorso già ben avviato e consolidato che, invece, non si affievolisce, né si spegne. Un percorso che si fa “ coerente e concluso”, che approda a risultati sicuri, con un proprio stile riconoscibile. Distolta dall’esperienza di una vita normale, Vera si aggrappa anche a questa sua realtà espressiva come ad una risorsa, facendone il luogo dove non semplicemente fuggire , rifugiarsi, estraniarsi, ma piuttosto dal quale attingere rinnovate energie e far fronte alla fatica di vivere , giorno dopo giorno… Ed anche per permettersi di sperare…

Giovanni Gregori

Testimonianza genitori

Vorremmo fare una breve introduzione a questa mostra di disegni e lavori di nostra figlia Vera, perché si comprenda bene il senso del loro apparire in un ambiente molto importante e delicato, per l’educazione del bambino, qual è la scuola. Vera ha frequentato “fisicamente” questa scuola, che tanto considerava per la possibilità di conoscere ed imparare, di stare con i suoi insegnanti e con i suoi compagni e compagne, per la socialità che rappresenta. Non le risparmiò qualche considerazione sul fatto che fosse troppo “schematica” perché lei potesse avere il tempo di realizzare i suoi fumetti. Ma questo, forse, le servì come una sorta di “scudo personale” al fine di rendere meno duri i continui distacchi dalla stessa. Vera è stata poco "scolarizzata" e quando lo è stata è riuscita ugualmente, dopo un breve periodo di “assestamento e difficoltà”, a ritrovare il proprio senso creativo. I suoi “lavori” sono stati raccolti in 20 cornici rappresentanti ognuna un tema diverso e un piccolo “percorso” dai tre-quattro ai quasi dieci anni di età. Prima di arrivare ai disegni dei tre anni esiste un precedente percorso fatto di una miriade di segni e disegni nella ricerca di forme, un lavorio continuo con pezzetti di carta strappati, colorati, incollati...

«È un’alunna che va d’accordo con tutti i compagni, non si impone ma propone, dedicandosi con ugual interesse sia al lavoro manuale e operativo sia a quello concettuale» questa è la valutazione dei maestri nel primo quadrimestre di prima elementare.

Per questo ci preme sottolineare il fatto che queste cornici non sono qui a dire: “Guardate come sono brava!” Vera non amava esibire le proprie capacità, ma soltanto proporle. Quindi questa mostra non è un’esibizione ma una proposta.

Una proposta, un messaggio a questa generazione di bambini troppo spesso schiacciata dallo strapotere del video, per farli innamorare delle loro capacità manuali nel realizzare oggetti, disegni, fumetti, e tanto altro ancora. Per far innamorare i bambini delle loro autentiche passioni, per metterli in contatto con esse e con la loro creatività. “Per dare loro la possibilità di esprimersi e di stupirsi sempre delle cose del mondo, di farle proprie, di migliorarle. Di mettere in moto il loro sapere critico, di interrogarsi, scoprire, riflettere, ricercare, confrontarsi, agire” I bambini ci chiedono di poter restare creativi per non diventare dei semplici ripetitori di gesti, di modelli, di luoghi comuni (Munari), di poter lasciar libere le loro menti dai condizionamenti, in primis la paura di sbagliare.

Con la frase scritta nel libro I folletti dei fiori: «...bisogna lasciarsi andare e tutto verrà come per magia...», vorremmo sottolineare che è proprio la paura, spesse volte, che “blocca” i bambini. La paura del giudizio degli adulti, la paura di non riuscire a fare ciò che ci si aspetta da loro. Lasciamoli sbagliare, lasciamo che siano. I bambini ci chiedono solo di essere aiutati a costruirsi una personalità per poter affrontare le inevitabili difficoltà che la vita pone. Che aiuti loro ma anche l’intera collettività.

Crediamo sia bello dare notizie buone che arrivano dalle scuole, in un momento così difficile per tutto. Il mondo, crediamo, riuscirà a cambiare solo se i nostri bambini riusciranno a diventare o potranno restare creativi.

I genitori di Vera